lunedì 13 dicembre 2010

La vita di una baby Paris Hilton in un piccolo paesino di Provincia

Mia sorella ha 17 anni. Ma lei ci tiene a precisare che no, non sono 17. Sono 17 e 8 mesi. O meglio ancora, sono 18 meno 4. E se le chiedi "Tieni il conto? Ma perché? Guarda che non cambia niente", lei risponde "Come no! Allora, innanzi tutto posso andare in prigione (!), poi posso votare (!), poi posso guidare". E allora tutta la famiglia in coro le risponde che LA PATENTE la prenderai quando avrai i soldi per pagartela, figurarsi la macchina. E poi io sotto voce le ricordo che "a 18 anni la cosa più importante è che ti puoi firmare le giustificazioni da sola, brutta rimbecillita". Nel caso non badasse a questo piccolo dettaglio che in realtà ti cambierà la vita l'ultimo anno di liceo, altro che patente.

Ma mia sorella appartiene a quella generazione che noi chiamiamo 'nuova' e già ci rivolgiamo ad essa con sdegno, anche se tra noi e loro passano appena 10 anni, mica 50. Insomma, a me alla sua età dei 18 anni fregava cazzi, per dirla in parole povere. Ancora meno fregava della patente, che alla fine ho preso ma non ho mai usato (la uso per la raccolta punti, tipo quelli della Coop, non sia mai regalino qualcosa). Noi prendevamo l'autobus o andavamo a piedi. E invece lei senza la macchina che la aspetta sotto casa non scende nemmeno le scale del palazzo. ParisHiltondenoialtri per l'appunto.

Insomma, si è persino trovata un fidanzato patentato che la trasporta a destra e a manca tipo Ambrogio e che ha avuto la sfortuna di farsi male alla caviglia qualche giorno fa, gettandola nello sconforto più totale: andare a scuola con l'autobus, nopercarità! Oggi è tornata a casa manco fosse stata la Regina Elisabetta costretta a prendere il tram. Ma la cosa peggiore è che questo pomeriggio sarebbe dovuta andare a trovare il ragazzo infortunato servendosi degli unici suoi mezzi a disposizione, la qual cosa - immaginatelo - la stava uccidendo dentro. Per cui dopo pranzo, carica di mestizia e di dolore, mi si è avvicinata mormorando: "Ma perché non guidi? Avresti potuto accompagnarmi tu a casa del mio ragazzo!". Se non che io, con molta cortesia, ho risposto "Ma saranno cazzi". E questo è il dialogo che ne è seguito:

Io: "Non porto la macchina e mi arrangio, vuoi vedere che la porto per farti d'autista? Ma guarda, anche proprio no"
G.: "Sono disperata, come farò?"
Io: "Vai a piedi. Saranno due chilometri, ma è tutta discesa ed è bel tempo. Al ritorno, prendi l'autobus"
G.: "No, l'autobus non posso permettermelo"
Io: "Ma se il biglietto costa 60 centesimi!"
G.: "Ti pare che ho 60 centesimi?"
Io: "Ehm... te li presto io dai"
G.: "No, preferisco tenermeli per la merenda"
Io.: (che comincio a capire che il problema non sono i soldi, ma l'autobus) "Facciamo così: ti do 60 centesimi per l'autobus e poi altri 60 per la merenda di domani. Che ne dici?"
G.: (sguardo da cucciolo ferito) "Fanno 1 euro e 20. Preferisco ancora tenermeli per la merenda di domani"
Io.: "Ma scusa, ma allora ti pesa il culo!"
G.: "Sì, è una cosa risaputa. L'autobus non mi piace, fa tutti quei giri..."


Fa i giri dell'autobus, scusa! Che giri farà? Mi chiedo come ha fatto a venire fuori una così dalla nostra famiglia, sarà colpa di quella famosa 'nuova' generazione di ragazze con frangetta e stivaletti. Certo che in 10 anni questa società si è proprio rincoglionita! Ma non paga, affosso il coltello nella piaga.

Io.: "Comunque, bella mia - sì proprio tu Nicole Richie, Lindsay Lohan e Miley Cyrus del paesino di provincia - farai meglio a pedalare. Vuoi vivere con lo chaffeur tutta la vita? Guarda che l'anno prossimo non avrai né la macchina né la patente!"
G.: "A-ah! Lo dici tu. Io quest'estate LAVORERO' e mi pagherò LA PATENTE e mi comprerò LA MACCHINA" (dove lavorerà? Nel prossimo film di Spielberg?)
Io.: "Sì, e quanto guadagni? 10.000 euro?"
G.: "1.800: 200 euro pago la macchina e tutto il resto lo uso per assicurazione e benzina" ha detto fiera di sé allontanandosi col bastardino-cihuahua in mano (povera Iole!).

Sì, dice bene mia sorella (l'altra): forse intendeva la macchina di Barbie o quelle della Peg-Perego. Ma vorrò proprio vedere come le piomberà sulla fronte questa bella macchina da 200 euro, dritta dritta in mezzo agli occhi: si chiamerà REALTA', la macchina più potente e tosta del mondo. Buon compleanno, Miss Hilton!

4 commenti:

Unknown ha detto...

Ma smettila di fare la donna vissuta. Hai poco più di tua sorella e pare che sei nata nel 1920.

Grace ha detto...

Mamma mia, mi sa che ti blocco così non commenti più!

Unknown ha detto...

Luca lascia perdere, è un vizio di famiglia.

Grace ha detto...

Mannaggia che su blogspot non ci sono le faccette, che ne avrei due o tre perfette per questo momento!